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DALLA CONOSCENZA AL RESTAURO: stratigrafia, dissesto, degrado
Trento, 21 settembre - 19 ottobre 1996

Atti del seminario

Il dibattito che coinvolge da anni il settore del Restauro ha messo in luce due questioni: la necessità di un confronto costruttivo ed efficace tra le molteplici discipline che fanno dell'Architettura l'oggetto dei propri studi; la necessità di un dialogo altrettanto costruttivo ed efficace tra le diverse esperienze operative delle Soprintendenze, dei liberi professionisti, e dei Laboratori di Restauro Architettonico delle Università.


Il progettista del restauro, in quanto tale, non può più esimersi dall'essere "chiamato ad interpretare un ruolo di sintesi tra sapere scientifico e sapere umanistico e a esprimere concretamente e in modo unitario i tratti differenti dei due ambiti". Tale obbligo lo porta a coordinare e ad interpretare i dati provenienti dallo studio storico architettonico e strutturale assieme agli altri elementi forniti sia dagli esiti rilievografici e stratigrafici, sia dalle analisi chimico - fisiche. Impostare la costruzione di una metodologia che dalla conoscenza conduca alle scelte del progetto di restauro, con possibilità di verifica e di aggiornamento tra le diverse fasi, significa accettare una processualità non astratta in quelle operazioni sull'edificio antico che generalmente vengono definite di "conoscenza e restauro".


In questa direzione la STRATIGRAFIA ha dimostrato e sta dimostrando di avere notevoli potenzialità informative , tanto da essere considerata attualmente il migliore strumento analitico di cui disponiamo.


L'indagine stratigrafica, mutuata dagli studi archeologici, quale referente concettuale ed operativo di base, ha come obiettivo la conoscenza dei caratteri e delle fasi, costruttive e temporali, di trasformazione degli elevati dell'architettura. Una conoscenza organizzata scientificamente dell'oggetto dell'intervento è un passaggio obbligato per evitare di cadere in fase di progetto nell'idealizzazione precostituita dell'edificio o nella rigida conservazione attraverso una meticolosa evidenziazione di ogni singola traccia che vi abbia lasciato l'azione costruttiva dell'uomo o la casualità degli eventi che ne ha tracciato la storia.


"La fine dell'incoscienza progettuale, la perdita dell'innocenza di archeologi ed architetti è andata di pari passo con la percezione della complessità del manufatto architettonico, del quale l'analisi stratigrafica offre solo il primo livello di conoscenza, mentre l'Archeologia dell'Architettura e altre discipline sollecitano verso ulteriori approfondimenti." (sequenza del dissesto, sequenza del degrado,...)


Su questi temi si è svolto a Trento il 2° SEMINARIO DI ARCHEOLOGIA DELL'ARCHITETTURA (21 settembre - 19 ottobre 1996 ) organizzato dall'Associazione Culturale "Ricerche e fortificazioni altomedievali" (Galbiate - CO), dal titolo "Dalla conoscenza al restauro: stratigrafia, dissesto, degrado".


L'iniziativa è stata patrocinata dagli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri della Provincia di Trento, dal Servizio Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento (Ufficio Beni Archeologici, Ufficio Beni Monumentali Architettonici, Castello del Buonconsiglio - Monumenti e Collezioni ), dal Servizio Restauri e ristrutturazione edilizia pubblica del Comune di Trento, dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Drena, dal Castello di Monreale (Konigsberg) - Faedo; é stata sponsorizzata dalla CARITRO.


All'iniziativa hanno partecipato una sessantina di persone (liberi professionisti, neolaureti e laureandi) impegnati ed interessati alle tematiche relative all'archeologia dell'architettura.


In qualità di relatori hanno dato la loro disponibilità:

    - il prof. G. P. Brogiolo (prolusione su "Teorie e prospettive dell'Archeologia dell'Architettura"),

    - il prof. G. Biscontin ("Conoscenza e conservazione delle murature storiche"), l'ing. P. Faccio ("Stratigrafia e dissesto").


Hanno presentato i risultati della loro esperienza:

    - gli archh. L. Masciangelo e F. Zeka Lorenzi ("Il metodo stratigrafico come strategia nel percorso di conoscenza per il progetto di restauro"),

    - l'arch. A. Bruschetti ("La scala di Palazzo Contarini della Porta di Ferro: il cantiere in atto e il progetto per la conservazione dell'autenticità"),

    - gli architetti G. Gentilini e M. Nevyjel ("Sperimentazione di una procedura di conoscenza analitica: il caso studio del Castello di Konigsberg all'interno del sistema fortificato del Piano Rotaliano e del Trentino").


Il prof. F. Doglioni ("Il progetto stratigrafico") ha concluso gli incontri del seminario. Momento qualificante di tutte le giornate è stata la possibilità di accedere e conoscere alcuni complessi trentini in corso di restauro architettonico o da poco ultimati. Questo, grazie alla disponibilità accordata dai proprietari e dai responsabili dei cantieri, ha fornito l'opportunità di aggiungere agli aspetti teorici trattati dai relatori, una parte strettamente pratica verificando direttamente le molteplici problematiche insite nel recupero di un complesso edilizio a valenza storico - monumentale, nonché le strategie d'intervento adottate ed i problemi incontrati.


Si sono visitati il Teatro Sociale (arch. S. Giovanazzi), castel Drena nella Valle del Sarca (arch. F. Pontalti e dott. E. Cavada), castel Stenico nelle Giudicarie (arch. A. Adamoli), castello di Konigsberg in Valdadige (arch. G. Gentilini).


Le riflessioni emerse durante i lavori del Seminario hanno confermato la necessità di un confronto costruttivo ed efficace tra le molteplici discipline coinvolte nel Restauro, auspicando per questo, in un dialogo altrettanto costruttivo ed efficace tra le diverse esperienze operative delle Soprintendenze, dei liberi professionisti, e dei Laboratori di Restauro Architettonico delle Università.

Atti del seminario

 


   
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